Giu 09

Su di me e sulle moto (per tacer del Garelli)

Come accennato nella pagina iniziale di questo blog… sono uno che è diventato motociclista per caso. A 14 anni non ho avuto il motorino e le uniche esperienze di motori e motorini che ho avuto sono state grazie alla Vespa di un amico – quanti chilometri in due in mezzo alle campagne! – oppure al Ciao scroccato a qualcun’altro. Per il resto no, non c’erano soldi, non ci sarebbe stato un posto dove tenerlo. In realtà in “famiglia” un motorino c’era: un Garelli di sconosciuto modello appartenente a mio nonno, che lo usava si e no una volta all’anno… Lo teneva come un gioiello, una volta all’anno lo portava su dalla cantina, lo puliva, faceva manutenzione, lo metteva in moto e si accendeva al primo giro di pedale. Con il senno di poi, penso che fossero tutti terrorizzati dal ciclomotore poiché in tempi non sospetti quello stesso nonno cadde con il motorino e, per sua ulteriore sfortuna, andò a finire di faccia su una bottiglia di vetro che gli apri in due una guancia. Chi lo ricucì fece un mezzo miracolo ma, comunque, il suo viso rimase leggermente sfigurato per il resto dei suoi giorni. C’è da dire che questo avvenne prima che io nascessi e ricordo che in Italia il casco divenne obbligatorio intorno alla fine degli anni ’80. In ogni caso, niente due ruote a motore, nonostante il nonno ed uno zio che in gioventù era stato guzzista. Nein! Verboten! Giusto un ulteriore aneddoto: tutte le cose belle finiscono, mio nonno venne a mancare e pochi mesi dopo ci saremmo dovuti trasferire fuori “città”, in un paesino di campagna ben poco servito. E in tutto ciò io non avevo ancora la patente per l’automobile, avrebbe potuto essere la riscossa del Garelli. Piuttosto che farlo finire in mano mia… la nonna si accordò con la Caritas perché lo ritirasse come rottame. Fine delle ambizioni a due ruote per i successivi 12 anni. Ovviamente, bicicletta esclusa.

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